Quante volte vi è capitato di preferire un prodotto light a uno tradizionale per risparmiare sulle calorie e sui grassi introdotti e quindi puntare al mantenimento del peso o al dimagrimento? Nulla di più sbagliato!

L’obesità è uno dei maggiori problemi sanitari dei paesi industrializzati. Essa è spesso collegata a una dieta ipercalorica ricca in grassi e zuccheri; per tale motivo un approccio dietetico molto diffuso per la perdita di peso è quello della limitazione dell’introito dei grassi nella dieta.

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Le industrie alimentari ci propongono una serie infinita di alternative ‘light’ in cui la quantità di grassi è ridotta o limitata. La grafica del packaging e il nome del prodotto richiamano alla dieta sana ed equilibrata, alla leggerezza del prodotto, al tanto desiderato corpo perfetto. Ma cosa c’è in questi prodotti? Spesso e volentieri i prodotti light hanno più alte quantità di zuccheri rispetto le alternative tradizionali, le calorie saranno in quantità inferiore ma il prodotto risulterà sbilanciato in macronutrienti. Infine, ma non per importanza, una dieta basata su questo tipo di approccio porta a un maggior accumulo di grasso corporeo!

Sono molti gli studi in cui si prendono in considerazione le diete ad alto e a basso contenuto di grassi senza prendere in considerazione il ruolo degli zuccheri. Uno studio recente (1) ha ricercato gli effetti delle diete sia ad alto contenuto di grassi e alto contenuto di zuccheri che a basso contenuto di grassi ma alto contenuto di zuccheri sulla composizione del microbiota, sull’infiammazione dell’intestino e altre alterazioni associate con l’aumento dell’accumulo di grasso corporeo.

Lo studio, condotto sui ratti, è durato 4 settimane, essi sono stati divisi in 3 gruppi in base alla dieta a cui sono stati sottoposti:
1) dieta con tanti grassi e tanti zuccheri;
2) dieta con pochi grassi e tanti zuccheri;
3) dieta tradizionale bilanciata.

I primi due gruppi hanno mostrato un aumento del peso corporeo e del tessuto adiposo, l’alterazione del microbiota intestinale con diminuzione della diversità della flora batterica intestinale, diminuzione dei Lactobacilli e aumento di batteri legati a danni epatici con aumento del grasso all’interno del fegato. Si è notato un aumento di citochine pro-infiammatorie (IL-6, IL-1β e TNFα) e un aumento di lipopolisaccaridi (LPS: un prodotto batterico che porta a infiammazione).

Tutti questi cambiamenti sono associati a un aumento del tessuto adiposo. In particolare, il secondo gruppo, alimentato con pochi grassi ma molti zuccheri, ha mostrato una maggiore predisposizione all’accumulo di grasso corporeo: questi ratti mostrano che per generare la stessa quantità di grasso corporeo necessitano di una quantità inferiore di calorie. Infine, l’accumulo di grasso al livello epatico è stato molto significativo: tale danno porta a mimare gli effetti della steatosi epatica non alcolica.

Attenzione quindi all’utilizzo di questi prodotti nella vostra dieta!
Un minore quantitativo di grassi non significa necessariamente dieta più salutare!

(1) Tanusree Sen, Carolina R. Cawthon, Benjamin Thomas Ihde, Andras Hajnal, Patricia M. DiLorenzo, Claire B. de La Serre, Krzysztof Czaja. Diet-driven microbiota dysbiosis is associated with vagal remodeling and obesity. Physiology & Behavior, 2017. Volume 173, Pages 305-317.